LUCIFERASI: Ecco perchè BRILLI dopo la puntura. La modifica del DNA e il brevetto sui geni umani

Video creato per “L’ANGOLO DI ELETTRONE LIBERO”, il mio nuovo spazio su Free Health Academy (il tessuto di medici liberi per tutelare la salute dei cittadini liberi, con Stefano Montanari, Antonietta Gatti, Silvana de Mari e gli avvocati del ComiCOST.)


Vedi il video completo su Free Health Academy:

https://www.freehealthacademy.com/products/my-library/categories/2148257113/posts/2150476853 (Per vederlo unisciti a questo link https://www.freehealthacademy.com/a/2147486741/J7mYz7pZ)

Versione breve di libera consultazione e condivisione:

Youtube:

https://youtu.be/q4DGev_x9kY

Rumble: https://rumble.com/vjsukz-luciferasi-ecco-perch-brilli-dopo-la-puntura.-la-modifica-del-dna-e-il-brev.html

Telegram: https://t.me/archeologiamisterica/2085


Bibliografia con trascrizione del video:

Under the Wire, Episode 63 – A conversation with Dr Carrie Madej

SARS-CoV-2 RNA reverse-transcribed and integrated into the human genome | bioRxiv https://www.biorxiv.org/content/10.1101/2020.12.12.422516v1 (SARS-CoV-2 RNA retrotrascritto e integrato nel genoma umano)

“La diffusione prolungata dell’RNA SARS-CoV-2 e la ricorrenza dei test PCR-positivi sono stati ampiamente riportati nei pazienti dopo il recupero, ma questi pazienti più comunemente non sono infettivi1-14. Qui abbiamo studiato la possibilità che gli RNA SARS-CoV-2 possano essere retrotrascritti e integrati nel genoma umano e che la trascrizione delle sequenze integrate possa spiegare i test positivi alla PCR. A sostegno di questa ipotesi, abbiamo trovato trascrizioni chimeriche costituite da sequenze virali fuse a cellule in set di dati pubblicati di cellule coltivate infette da SARS-CoV-2 e cellule primarie di pazienti, coerenti con la trascrizione di sequenze virali integrate nel genoma. Per corroborare sperimentalmente la possibilità di retrointegrazione virale, descriviamo le prove che gli RNA SARS-CoV-2 possono essere retrotrascritti nelle cellule umane dalla trascrittasi inversa (RT) dagli elementi LINE-1 o dall’HIV-1 RT e che questi DNA le sequenze possono essere integrate nel genoma cellulare e successivamente trascritte. L’espressione endogena umana di LINE-1 è stata indotta dall’infezione da SARS-CoV-2 o dall’esposizione a citochine in cellule in coltura, suggerendo un meccanismo molecolare per la retrointegrazione di SARS-CoV-2 nei pazienti. Questa nuova caratteristica dell’infezione da SARS-CoV-2 può spiegare perché i pazienti possono continuare a produrre RNA virale dopo il recupero e suggerisce un nuovo aspetto della replicazione del virus a RNA.”


https://thecovidblog.com/2021/04/27/supreme-court-pfizer-moderna-et-al-may-own-your-genes-once-youre-injected-with-their-lab-created-mrna-dna/

“Il caso Diamond v. Chakrabarty, 447 U.S. 303 (1980) è stata la prima volta che la Corte Suprema degli Stati Uniti ha trattato un caso di brevetto che coinvolgesse processi e/o organismi naturali. Il Dr. Ananda Mohan Chakrabarty ha inventato una specie di batterio che mangiava olio mentre lavorava alla General Electric nel 1971. La sua invenzione ha semplificato il processo di pulizia delle fuoriuscite di petrolio.

Ha depositato un brevetto unico nel suo genere per le nuove specie di batteri geneticamente modificati. Il Regno Unito aveva già concesso il brevetto. Ma l’Ufficio brevetti e marchi degli Stati Uniti ha negato il brevetto perché ha determinato che l’invenzione trattava di un organismo vivente, e come tale, non fosse brevettabile. La Corte d’Appello delle Dogane e dei Brevetti degli Stati Uniti (ora Corte d’Appello del Circuito Federale degli Stati Uniti) ha però annullato la decisione. Ha stabilito che solo perché i microrganismi sono vivi, ciò non significa che non possano essere brevettati. (https://supreme.justia.com/cases/federal/us/447/303/)

La Corte Suprema degli Stati Uniti, nel punto 5-4 della sentenza, ha affermato:

    Il microrganismo vivente creato dall’uomo è un oggetto brevettabile, in quanto a “fabbricazione” o “composizione di materia” ai sensi del Patent Act del 1952. Il fatto che l’organismo che si è cercato di brevettare sia vivo non ne impedisce la brevettabilità.

Il caso ha aperto la strada alle aziende biotecnologiche e alle università. L’OncoMouse, brevettato da Harvard nel 1988, è stato il primo mammifero mai brevettato. Gli scienziati di Harvard hanno modificato geneticamente i topi per essere predisposti al cancro (da qui il prefisso “onco”) in modo che altri scienziati potessero studiare la malattia.

https://www.youtube.com/watch?v=bZZH7mJ9ono

Da allora gli scienziati hanno creato un’intera disciplina sui “mammiferi transgenici non umani”. Naturalmente ci sono serie preoccupazioni etiche. Ma la pratica continua. E si arriva a parlare di brevettabilità dei geni umani , nella fattispecie con farmaci a mRNA e DNA.

Il caso che fornisce il modello per le aziende farmaceutiche che rivendicano la proprietà dei geni umani è stato quello  del 2013 tra l’“Association for Molecular Pathology v. Myriad Genetics, Inc., 569 U.S. 576 (2013). Questo caso ha avuto origine da una società con sede nello Utah chiamata Myriad Genetics. https://www.supremecourt.gov/opinions/12pdf/12-398_1b7d.pdf

La società ha isolato la posizione e la sequenza dei geni naturali chiamati BRCA1 e BRCA2. Le mutazioni in questi geni si correlano positivamente con le predisposizioni al cancro al seno e alle ovaie. Myriad ha depositato brevetti su questi geni rispettivamente nel 1994 e nel 1995. I brevetti hanno conferito a Myriad i diritti esclusivi per i test genetici sul cancro che hanno isolato i filamenti di DNA naturale e hanno creato DNA complementare sintetico (cDNA) che assomigliava ai filamenti isolati originali.

L’USPTO (Ufficio brevetti statunitense) ha concesso entrambi i brevetti nel 1998. Almeno 2.000 altri geni umani sono stati brevettati fino al 2010, secondo il New York State Bar.  https://web.archive.org/web/20120313090714/http://nysbar.com/blogs/healthlaw/2010/03/brca12_patents_ruled_invalid_i.html  

Ma i brevetti Myriad hanno impedito ad altri scienziati di fare ricerche su BRCA1 e BRCA2 naturali e quindi hanno ostacolato i test sul cancro al seno e alle ovaie da parte di altre società.

A seguito di quest’evento, quindi, diversi querelanti, tra cui Yale, Columbia, singoli pazienti e gruppi di difesa dei pazienti hanno intentato una causa contro Myriad e l’Università dello Utah nel maggio del 2009. I querelanti hanno sostenuto che BRCA1 e BRCA2 non sono oggetto di brevetto ai sensi del 35 U.S.C. § 101 perché sono naturali. Myriad sosteneva di aver isolato le sequenze del DNA e che l’Ufficio Brevetti aveva rilasciato brevetti per altre società che facevano la stessa cosa.

Ne seguì una lunga battaglia legale che includeva due atti di certiorari alla Corte Suprema degli Stati Uniti (i certiorari sono l’istanza del common law con cui un tribunale di grado superiore richiede la consegna degli atti di un processo pendente dinanzi a un tribunale di grado inferiore, al fine di sottoporli a revisione.)

Il Circuito Federale ha affermato due volte che sia il DNA isolato che il cDNA sono brevettabili. Alla fine la Corte Suprema ha stabilito che solo il cDNA (DNA sintetico) è brevettabile. Il DNA isolato e naturale non è brevettabile. Lo screening del cancro al seno e alle ovaie è diventato molto più economico dopo la sentenza poiché Myriad non possedeva più i brevetti sui geni naturali e quindi sui test.

Quando tutto è stato detto e fatto, la Corte Suprema ha invalidato cinque delle 520 richieste di brevetto di Myriad. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3982540/  

Dopo la decisione della Corte Suprema, Myriad ha citato in giudizio i concorrenti per la commercializzazione di test per il cancro alle ovaie e al seno basati sui due geni naturali. https://archive.sltrib.com/article.php?id=56576974&itype=CMSID  Ambry Genetics ha vinto una causa contro Myriad nel 2014. https://www.businesswire.com/news/home/20141217006308/en/Ambry-Genetics-Defeats-Appeal-by-Myriad-Genetics-to-Restrict-Market-for-Breast-Ovarian-Cancer-Genetic-Testing#:~:text=%2D%2D(BUSINESS%20WIRE)%2D%2DAmbry,based%20BRCA1%20and%20BRCA2%20tests  La società ha dichiarato tramite comunicato stampa:

Myriad non ha creato o alterato nessuna delle informazioni genetiche codificate nei geni BRCA1 o BRCA2. La posizione e l’ordine dei nucleotidi esistevano in natura prima che Myriad li trovasse. Come chiarito dalla Corte Suprema, né le composizioni naturali di materia, né le composizioni create sinteticamente che sono strutturalmente identiche alle composizioni naturali, sono brevettabili.

Dunque, in poche parole, le aziende biotecnologiche possono possedere esseri viventi solo se tali cose sono geneticamente modificate e non presenti in natura. Nessun topo nasce in natura come OncoMouse. È quindi brevettabile. I batteri che mangiano olio provengono dalla manipolazione genetica, quindi brevettabili. Moderna possiede già molti brevetti sull’mRNA https://www.modernatx.com/patents

L’mRNA sintetico di Pfizer e Moderna, insieme ai sistemi di consegna del DNA del vettore virale di Johnson & Johnson e AstraZeneca, cambiano il tuo codice genetico, rendendoti “geneticamente modificato”. I media mainstream affermano che quanto sopra è “teoria della cospirazione”. Ma Tal Zaks, Chief Medical Officer di Moderna, ti dice chiaramente che 1) le iniezioni cambiano il tuo codice genetico e 2) le iniezioni non fermano la diffusione di COVID-19. Dice che l’iniezione di Moderna ha lo scopo di “hackerare il software della vita”.

https://www.youtube.com/watch?v=SeDDFzeyAJI
https://www.youtube.com/watch?v=po7qt9BZz0s
https://www.youtube.com/watch?v=BrempB0pKjo

I vettori virali fanno la stessa cosa.

https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/B978044452806350010X

https://www.modernatx.com/patents

Abbiamo iniziato a vedere la storia dei brevetti sul DNA degli esseri viventi, di cui il topo con il cancro del 1988 è stato il primo mammifero, e la storia dei marcatori del cancro al seno la prima causa concernente la brevettabilità dei geni umani. E ovviamente siamo andati molto oltre da allora. Con migliaia di esempi di ingegneria genetica di cui nessuno aveva mai sentito parlare. Quindi bisogna chiarire ulteriormente il background in cui ci troviamo.

Torniamo al fatto che questo virus non sia mai stato isolato allo stato naturale in nessun paziente.

Stiamo bene attenti a questa cosa. Come abbiamo letto nelle cause della Myriad genetics che hanno scritto la legislazione sui brevetti ai geni umani, durante lo scorso video, nessun gene naturale può essere brevettato.

Dunque ora è evidente che se ci fosse stato un virus isolato naturalmente, non si sarebbe potuto brevettarlo. Ovvero, nel caso in cui un virus esistente in natura o uno sintetico identico a quello esistente in natura, si integrasse nel genoma umano, quindi, se l’mRNA del virus  fa la trascrittasi inversa nel genoma umano, nel caso delle tecnologie a mRNA o qualora ci fosse interazione genomica per via delle iniezioni a DNA come J&J e Astrazeneca, il cui rischio di integrazione nel DNA è invece pacificamente ammesso dalla letteratura scientifica, (qui possiamo vedere l’articolo Nanomaterial Delivery Systems for mRNA Vaccines – MDPI)

insomma, in questo caso, niente brevetto.

Ormai la legislazione è stata chiarita, e gli scienziati da allora hanno continuato con successo i loro esperimenti per la modifica e il brevetto dei geni degli esseri viventi. Vi faccio vedere un breve video:

https://www.youtube.com/watch?v=TJu8sWZDhU4

Ci fermiamo qui, perché siamo arrivati alla parte, se non la più scabrosa, una delle più scabrose in assoluto. La questione della luciferase, questa modalità con cui gli scienziati riescono a monitorare i geni modificati, e possono riconoscere a occhio nudo o con l’aiuto di lampade UV gli individui con dna modificato, da quelli naturali. 

Anche questo punto è stato oggetto di spietato debunking. Ed è bene chiarirlo a dovere. Tutto è iniziato perché tra gli ingredienti di moderna si legge che :

“Una dose (0,5 mL) contiene 100 microgrammi di RNA messaggero (mRNA) (inseriti in nanoparticelle lipidiche contenenti il lipide SM-102).”

https://www.caymanchem.com/product/33474/sm-102

Che cos’è l’SM-102?

 La Descrizione del prodotto recita:

“SM-102 è un ammino lipide ionizzabile che è stato utilizzato in combinazione con altri lipidi nella formazione di nanoparticelle lipidiche.1 La somministrazione di mRNA della luciferasi in nanoparticelle lipidiche contenenti SM-102 induce l’espressione della luciferasi epatica nei topi. Le formulazioni contenenti SM-102 sono state utilizzate nello sviluppo di nanoparticelle lipidiche per la somministrazione di vaccini a base di mRNA.

Leggi la nostra dichiarazione su SM-102 solo per uso di ricerca

AVVERTENZA Questo prodotto non è per uso umano o veterinario.”

C’è anche scritto, e invece lo stiamo leggendo negli ingredienti.

Che cos’è la luciferasi? La luciferasi è esattamente ciò che abbiamo visto nel vaccino per l’AIDS dei gatti, ossia l’enzima della bioluminescenza di alcuni animali come le lucciole e certe meduse che viene inserito in questi farmaci a modifica genetica.  

Video della luciferase

Ancora una volta un dna vivente brevettato, Ecco cosa dice il produttore:

“La tecnologia reporter luciferasi si basa sull’interazione dell’enzima luciferasi con un substrato luminescente luciferina, che rilascia luce mediante il processo di bioluminescenza. La bioluminescenza si trova in un certo numero di organismi diversi; tuttavia, è la luciferasi della lucciola (Photinus pyralis) che è di gran lunga il reporter bioluminescente più comunemente usato a causa sia della sensibilità e della convenienza del test enzimatico che dello stretto accoppiamento della sintesi proteica con l’attività enzimatica. Questo enzima monomerico di 61 kDa catalizza una reazione di ossidazione in due fasi per produrre luce, solitamente nella regione dal verde al giallo, tipicamente 550-570 nm (Figura 1). Dopo la miscelazione con i substrati, la luciferasi della lucciola produce un’esplosione iniziale di luce che decade in circa 15 secondi a un basso livello di luminescenza sostenuta. Il gene che codifica per la luciferasi della lucciola (luc) è un cDNA e non richiede alcuna modifica post-traduzionale.” https://ita.promega.com/resources/pubhub/enotes/bioluminescent-reporter-genes/

Fermiamoci un attimo qui. Il cDNA è, secondo la Treccani,

“DNA che viene sintetizzato in vitro a partire da uno stampo di RNA maturo per azione della trascrittasi inversa. La tecnica del cDNA trova applicazione nel clonaggio genico, nella produzione di sonde e di librerie a cDNA.” https://www.treccani.it/enciclopedia/cdna_%28Enciclopedia-della-Scienza-e-della-Tecnica%29/

E rimanda subito alla pagina Terapia Genica. Ve la lascio in descrizione perché dovete leggere cosa scrivono, evidentemente non hanno riaggiornato le pagine nell’ultimo anno di follia e potete ancora leggere la verità. https://www.treccani.it/enciclopedia/terapia-genica_(Enciclopedia-della-Scienza-e-della-Tecnica)/

Quindi, questo cDNA è quello che viene prodotto proprio dalla trascrittasi inversa, ed è quello necessario per attuare questa modificazione del DNA. Ecco perché scegliere un virus sars-cov-2 a RNA che è stato capace di effettuare la trascrittasi inversa. E ricordiamo ciò che abbiamo letto nella causa della Myriad,

“Il Circuito Federale aveva inizialmente affermato due volte che sia il DNA isolato che il cDNA sono brevettabili. Alla fine la Corte Suprema ha stabilito che solo il cDNA (DNA sintetico) è brevettabile”. Ora, oltre al cDNA prodotto dalla trascrittasi inversa del Sars-Cov-2, anche la Luciferasi è un cDNA. Guarda il caso. Continuiamo a leggere l’articolo del produttore della luciferasi che ci dice:

“L’altra luciferasi comunemente usata è la luciferasi Renilla di Renilla reniformis, un celenterato che crea lampi verde brillante alla stimolazione tattile. La renilla luciferasi è un enzima monomerico che produce luce blu di 480 nm (Figura 1). Come la luciferasi della lucciola, il gene reporter per Renilla è un cDNA chiamato Rluc che non necessita di modifiche post-traduzionali.

Accoppiando gli elementi regolatori operativi all’espressione di un gene luciferasi, tipicamente posizionando l’elemento regolatore appena a monte di un gene che codifica luciferasi, l’evento cellulare può essere rilevato prontamente da un segnale luminescente. Pertanto, un processo o segnale cellulare è disponibile per lo studio senza analizzare direttamente il prodotto genico cellulare. Tipicamente, i geni reporter sono a valle degli elementi di risposta clonati. Quando vengono trasferiti in una cellula, i promotori più forti dirigono una maggiore sintesi di mRNA luc e, di conseguenza, vengono prodotte più proteine. L’intensità della luce prodotta in presenza di luciferina consente al ricercatore di determinare quanto è forte un promotore nel sistema sperimentale o come il promotore risponde a un trattamento chimico.”

Ed è di pochi mesi fa un articolo:

https://www.verywellhealth.com/bioluminescense-glowing-antibody-testspan-5120623

Il nuovo test degli anticorpi COVID-19 “si illumina” quando sono presenti gli anticorpi

“Un nuovo test può misurare la quantità di anticorpi COVID-19 che qualcuno ha in un piccolo campione di sangue. Il metodo utilizza un enzima chiamato luciferasi, che è lo stesso enzima che fa brillare le lucciole.

Non solo rivela se sono presenti anticorpi, ma può misurare quanta risposta anticorpale ha attualmente qualcuno. Queste informazioni potrebbero aiutare gli esperti a capire come funzionano i vaccini e quanta protezione ha qualcuno dopo un’infezione naturale.

Il test non è ancora disponibile per l’uso pubblico, ma gli sviluppatori sperano che sarà presto sul mercato.

Sebbene non sia ancora sul mercato, il test ha il potenziale per aiutarci a capire quanto dura la protezione contro il virus COVID-19 dopo l’infezione o la vaccinazione.

Gli scienziati dell’Università di Toronto hanno creato il test, che determina il numero di anticorpi in un campione di sangue utilizzando un enzima che emette luce che emette un lampo di luce quando sono presenti gli anticorpi.

Oltre ad essere più veloce ed economico rispetto ai test presenti sul mercato, gli inventori affermano che il nuovo test è anche altamente sensibile e produce meno risultati falsi positivi rispetto ai test attuali.

Il test non è ancora disponibile per l’uso commerciale, ma i suoi creatori hanno recentemente pubblicato i loro risultati sulla rivista Nature Communications e sono in trattative con i partner su come portare il test nelle strutture sanitarie.

Igor Stagljar, PhD, professore di biochimica e genetica molecolare all’Università di Toronto, e il suo laboratorio hanno sviluppato il test. Stagljar dice a Verywell che con le vaccinazioni di massa COVID-19, “sarà molto importante seguire la quantità di immunità che una certa persona ha dopo essere stata vaccinata”.

Stagljar aggiunge che “è anche molto importante seguire la durata dell’immunità nelle persone che sono già state infettate da questo virus”. La sua speranza è che il test sviluppato dal suo laboratorio possa essere un altro strumento.

Come funziona il test

Il test, chiamato SATiN (che sta per Serological Assay basato sulla divisione Tripart Nanoluciferase), utilizza un enzima chiamato luciferasi (lo stesso enzima che fa brillare le lucciole).

Mentre la luciferasi è ampiamente utilizzata nelle biotecnologie, Stagljar e il suo laboratorio utilizzano un metodo sviluppato da Shawn Owen, PhD, assistente professore di chimica biologica presso l’Università dello Utah e collaboratore del test. Il nuovo metodo, che divide la luciferasi in tre parti, è ciò che rende unico il test.

Quando la luciferasi viene rotta in frammenti, non si illumina. Una volta che diventa di nuovo intero, emette luce.

Innanzitutto, i ricercatori hanno preso le tre parti della luciferasi e ne hanno attaccato un pezzo alla proteina spike del coronavirus, la sezione di SARS-CoV-2 a cui si legano gli anticorpi per neutralizzare il virus. Successivamente, hanno preso il secondo pezzo e l’hanno attaccato a una proteina che riconosce gli anticorpi nel campione di sangue. Per quanto riguarda il terzo pezzo di luciferasi, Stagljar spiega che non è fuso con nulla.

“Fondamentalmente incubare quei tre piccoli pezzi di biologia molecolare con una puntura di sangue”, dice Stagljar. “E se ci sono anticorpi contro SARS-CoV-2 nel sangue, questi anticorpi ‘incolleranno’ le tre parti della luciferasi in un molecola che comincerà a brillare.”

In altre parole, è necessario che siano presenti gli anticorpi COVID-19 per far brillare l’enzima. Quando si verifica il bagliore, i ricercatori possono quindi misurare la quantità di luce emessa con uno strumento chiamato luminometro. Più anticorpi ha una persona, più luminosa brillerà la luciferasi

“Non solo possiamo dire se qualcuno ha un anticorpo, ma anche qual è il livello di quell’anticorpo”, dice Owen a Verywell. “E questo è davvero significativamente diverso dalla maggior parte dei test sugli anticorpi là fuori.”

Poiché i vaccini COVID-19 vengono diffusi in tutto il mondo, i test sugli anticorpi possono essere uno strumento importante per monitorare quanto bene i colpi creano una risposta immunitaria.”

Quindi una volta integrato nel tuo DNA, tu brillerai, e sarà facile riconoscere l’individuo transgenico, così, https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3173525/ in questa foto abbiamo i topi. Quelli che brillano sono OGM e brevettabili, quello che non brilla no, è naturale. E in questo video abbiamo un signore che si è sottoposto al vaccino.

La sua è chiamata bioluminescenza non invasiva, perché visibile alla lampada UV.


https://www.hindawi.com/journals/jir/2016/9540975/

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2614121/

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3173525/

https://www.bbc.com/news/science-environment-14882008



https://ita.promega.com/legal/legal-and-trademarks/

https://www.sigmaaldrich.com/IT/it/product/sigma/luc1

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/22791452/

https://www.sciencedirect.com/topics/medicine-and-dentistry/luciferase-assay

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/8245856/

https://www.uab.edu/reporter/research/discoveries-innovations/item/9146-glow-in-the-dark-coronavirus-testing-is-focus-of-uab-research-project


Elettrone Libero è presente qui:

Numero6: https://numero6.org/i/elettrone-libero/?aff=elettronelibero

Free Health Academy, con Stefano Montanari, Antonietta Gatti, Silvana de Mari e il ComiCOST: https://www.freehealthacademy.com/a/2147486741/J7mYz7pZ

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Pubblicato da saragamberoni

Questo video/articolo è stato realizzato da Sara Gamberoni, geografa, traduttrice, scrittrice, ricercatrice e divulgatrice indipendente. Da anni appassionata di archeologia misteriosa e scienza alternativa, si è occupata delle più svariate tematiche di controinformazione scientifica. Dalla geoarcheologia, all’ufologia, alla fisica dell’etere, all’esoterismo fino alla moneta a debito e alla nuova cronologia della storia di Anatoly Fomenko.

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